Dove nascono le micro faccine realizzate con i segni di punteggiatura che utilizziamo usualmente negli sms per esprimere le nostre emozioni? Scopriamolo insieme in questo post…
Un po’ di storia
Sulla nascita delle prime emoticon (emotional icon) non ci sono grandi certezze. Pare che la prima in assoluto sia stata usata il 12 aprile 1979 da Kevin MacKenzie in un’e-mail inviata agli iscritti a MsgGroup, uno dei primi forum online, nel quale suggeriva di introdurre un po’ di sentimento nei messaggi. Secondo un’altra ricerca, la prima emoticon sarebbe stata usata il 19 settembre 1982, sempre in un forum di discussione online dall’informatico statunitense Scott E. Falman per sottolineare in maniera inconfutabile l’ironicità di un suo commento.
Quello che è certo è che usare le emoticon per personalizzare i messaggi era già in uso attorno alla metà degli anni ’60 ai tempi di ArpaNet, il progetto di rete informatica militare della Nato, nato per permettere le comunicazioni in caso di attacco nucleare e che venne successivamente utilizzato nei centri di ricerca e nelle università americane. Secondo altre fonti, gli emoticon deriverebbero dal ben noto “smiley”, realizzato dal disegnatore statunitense Harvey Ball che inventò il faccione giallo nel 1963 su commissione di una compagnia di assicurazione di Worcester, che voleva poster e adesivi da mettere nei propri uffici per migliorare l’umore dei dipendenti. Un simbolo che ebbe un successo immediato, soprattutto negli anni settanta e ottanta tanto da comparire anche nel noto film Forrest Gump, nella famosissima scena in cui Tom Hanks, asciugandosi il sudore su una maglietta, lascia stampato un sorridente smiley.
Come si leggono
Se siete nuovi delle emoticon, per riconoscerle, basta inclinare la testa verso sinistra o, se non si vuole rischiare il torcicollo, basta stamparne un elenco come questo e guardarlo comodamente girando il foglio di 90° 😉
Ai giorni nostri
Le emoticon, che non sono altro che una riproduzione stilizzata delle principali espressioni facciali, vengono oggi utilizzate principalmente nella messaggistica via cellulare e su internet. Skype, ad esempio, il noto programma che oltre a telefonare permette di chattare e di inviare messaggi istantanei, ha in dotazione un ampia gamma di “faccine” per esprimere le proprie emozioni. Ma c’è anche qualcuno che ha trasformato gli emoticon in una forma d’arte, come ad esempio il brasiliano Butcher Billy che ha immaginato i volti di leggendarie celebrità come possibili emoticon.
E sempre per restare in tema artistico, è attualmente in corso una gara su Twitter identificata dall’hashtag #emojiart a chi riesce a interpretare le opere dei grandi artisti utilizzando soltanto i simboli delle chat, proprio perché certe opere d’arte sono talmente iconiche che possono essere rappresentate anche con uno smiley.