Carattere Helevetica da amere e da odiare

IL CARATTERE DEI CARATTERI: HELVETICA DA AMARE, HELVETICA DA ODIARE.

Iniziamo con questo post un viaggio nelle emozioni che un carattere può evocare in chi lo legge… ma anche in chi lo usa ogni giorno nella sua attività lavorativa. E ovviamente iniziamo dal carattere Helvetica.

Nato nel 1957, il font Helvetica ha ormai 62 anni: se avesse anche 38 anni di contributi potrebbe andare in pensione, calcolo che sicuramente i grafici meno giovani avranno fatto in uno schiocco di dita. E invece no, Helvetica è attivissimo: continua a girare in sella alla Harley Davidson, alla guida di una Jeep, per esempio, ed era nei titoli di testa di una serie tv di successo come Mad Men, dedicata a quel mondo della pubblicità che ne ha decretato il trionfo a partire dal 1961.

Chissà se avrebbe avuto lo stesso successo mantenendo il difficile nome originario: quando ancora esistevano i caratteri trasferibili Letraset (chi se li ricorda probabilmente fa parte dei grafici citati in apertura di articolo) gridare in agenzia “Passami il Neue Haas Grotesk” sarebbe stato sicuramente più difficile che alzare la mano dicendo semplicemente “Helvetica”.

Di sicuro è svizzera una delle sue principali caratteristiche, la neutralità, così come il rigore: essenziale e facilmente leggibile, altamente tecnico, pulito. Non a caso è stato scelto come lettering ufficiale per la città di New York nel 1989, dopo che la città era uscita dal periodo di disordini a cavallo fra gli anni settanta e gli anni ottanta.

A segnare il suo successo, però, c’è anche un fattore tecnico: nel 1984 Steve Jobs, che aveva studiato calligrafia all’università come ormai sanno tutti, introdusse Helvetica nel set di caratteri previsto per il suo rivoluzionario sistema Macintosh aprendo così la via al successo del carattere anche nella grafica digitale.

Microsoft si dovette accontentare dell’Arial, ma questa è una recriminazione tipica da grafici Mac lovers e potete anche non leggerla. La comunità dei graphic designer, invece, ormai si divide nettamente in due su questo carattere. Se da un lato ci sono gli amanti incondizionati, che gli hanno perfino dedicato un intero documentario, dall’altro ci sono quelli che l’Helvetica proprio non lo sopportano.

Chiarissima fin dall’url la presa di posizione del sito helveticasux.com, che raccoglie tutte le espressioni di odio da parte di creativi tediati dall’onnipresenza di questo carattere. Fra le più divertenti “Abbi un po’ di dignità e indossa qualche grazia” e “Helvetica è l’equivalente tipografico di Internet Explorer”.

Amanti e detrattori, infine, si scontrano nel divertente progetto online dedicato al lancio di un fittizio helveticaperfume, con tanto di headline come “The scent of nothing” o “Air, Water and you”. Oltre a due differenti spot per i due diversi target e a una ricca bacheca di commenti contrapposti che vi invitiamo ad andare a visitare, anche solo per darvi una spruzzatina di grafica prima di uscire dallo studio.

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