La nostra galleria di ritratti dei protagonisti della grafica italiana prosegue oggi con Pino Tovaglia.
Un personaggio che ha segnato con la sua attività numerosi campi della comunicazione visuale. Dall’animazione alla grafica editoriale, dalla tipografia alla pubblicità, dalla ricerca artistica alla scultura. Il milanesissimo Pino Tovaglia ha racchiuso mole modalità di fare grafica all’interno di una personalità davvero unica.
Grafici Ritratti: Pino Tovaglia, una vita ricca di esperienze e di incontri.
Pino Tovaglia nacque a Milano nel 1923 e iniziò giovanissimo a lavorare nel campo della comunicazione. Mentre studiava alla scuola superiore d’arte del Castello divenne assistente di Carlo Carrà. Il suo primo lavoro fu negli studi di animazione Pagot, che anni dopo sarebbero diventati famosi per indimenticabili caroselli come quello di Jo Condor. E poi allo studio Ciuti dove lavorava insieme al giovane Dario Fo. Coltivò la sua passione per la fotografia insieme a Mulas, e collaborà con Giulio Confalonieri, Bruno Munari, Coppola… Insomma, amava circondarsi da talenti capaci di aiutarlo a sviluppare il suo personalissimo punti di vista.
Grafici ritratti: Pino Tovaglia, un amore profondo.
Esempio lampante della sua capacità di guardare il mondo in modo diverso è la sua scultura AMORE, dove le lettere che compongono la parola sono lette non in modo sequenziale, ma che si incastrano l’una all’altra creando un blocco resistente. Un progetto che è nato da una ricerca che aveva già dato alla luce LA PAROLA AMORE, un pannello dove la parola era ripetuta più volte, con lettere dalle inclinazioni sempre diverse, ma anche dalla sua abitudine a giocare con la tipografia.
Grafici Ritratti: Pino Tovaglia, giocare con la tipografia.
La sperimentazione nell’uso dei caratteri tipografici nella comunicazione visuale è stato uno degli aspetti più interessanti dell’attività di Pino Tovaglia. Ha scritto decine di parole sovrapponendo le lettere fra loro, oppure utilizzando le controforme delle lettere ritagliate da un catalogo tipografico. O esasperando la grandezza dei numeri fino a far loro occupare l’intera pagina del suo famosissimo Calendone. Oppure, rompendo il nome di una nota marca di liquori per farla entrare in un bicchiere da brandy con un’eleganza ancora attualissima dopo oltre 40 anni.
Grafici Ritratti: Pino Tovaglia, l’arte di comunicare.
Come dice il titolo del libro che Pino Tovaglia ha scritto insieme a Bob Noorda e Roberto Sambonet per la collana “Quaderni di Design” diretta da Bruno Munari, la “Ricerca e progettazione di un simbolo” è stata una delle specialità del nostro protagonista di oggi. I tre autori, insieme al curatore della collana, avevano ideato il logotipo della regione Lombardia attraverso un processo di stilizzazione della rosa camuna che appare sui graffiti della Valcamonica. Un progetto che spiega benissimo come Pino Tovaglia desiderasse andare sempre al cuore di ogni progetto, trovandone le radici culturali. Da esprimere con un tratto originale e assolutamente individuale che, proprio per questo fosse capace di superare il tempo. Come le copertine ancora bellissime realizzate per i libri stampati da Editori riuniti.