L’illustrazione fra arte e comunicazione nell’era degli influencer: ne hanno parlato i fondatori di KreativeHouse durante il Paw Che Go Festival di Milano.
Fra i molti, interessanti appuntamenti del Paw Chew Go Festival, ormai un appuntamento classico per chi si interessi di illustrazione, abbiamo avuto modo di assistere all’incontro con KreativeHouse, una realtà ormai affermata nel mondo dell’illustrazione.
A parlarne c’erano i due fondatori, Matteo Martignoni e Cristian Grossi che ne hanno raccontato gli inizi avventurosi. “La scelta dell’illustrazione” ha confessato Matteo “all’inizio della nostra attività è stata soprattutto una scelta economica. Io sono un copywriter, Cristian un bravissimo illustratore e questo ci consentiva di proporre ai clienti progetti realizzati completamente in casa, senza dover spendere grosse cifre nella realizzazione di progetti fotografici complessi. Col tempo, quella dell’illustrazione è diventata una vera e propria scelta, e Cristian ha iniziato a disegnare… con le mani degli altri”.
I lavori di Kreative House, infatti, utilizzano illustratori fra i più affermati nel panorama italiano: Guido Scarabottolo ha firmato la campagna per Amnesty International, SIlvia Molinari ha lavorato per la LIPU, Camilla Falsini ha realizzato un grande progetto dedicato all’amore per Fidenza Village, e una serie di grandi illustratori ha realizzato le cartoline raccolte nella mostra dedicata ad Arturo Toscanini.
“L’illustratore è un artista” prosegue il discorso Cristian Grosso “che ha dei valori, delle cose in cui crede, un modo di lavorare tutto suo. Il segreto è trovare il modo di farlo lavorare su un cliente che condivida la sua visione, il suo modo di pensare. Un concetto che diventa ancora più rilevante quando si lavora con associazioni no profit che fanno dei valori e della loro difesa quello che il marketing chiama il core business, ma che sta diventando particolarmente interessante anche per le aziende commerciali”.
Kreative House lavora con entrambe le tipologie di clienti (da Amnesty a Dolce&Gabbana, dalla Fondazione Toscanini a Vogue, dalla Gazzetta di Parma a Legambiente) alternando grandi firme a giovani emergenti: “Con i giovani illustratori facciamo un grande lavoro di scouting, in occasioni come Paw Chew Go e in altri appuntamenti analoghi, e con tutti facciamo in modo di far entrare in contatto le esigenze del cliente con quelle dell’artista, in modo che entrambi siano soddisfatti della collaborazione al progetto. Siamo molto attenti ai risultati commerciali, abbiamo sempre un occhio fisso sulle conversioni come il numero di firme da raccogliere, o i visitatori da portare a una mostra. E vogliamo che gli illustratori creino dei lavori che non si vergognino di mettere in portfolio”.
Il lavoro di selezione si svolge ovviamente anche con le piattaforme social, sempre più utilizzate dagli illustratori per far conoscere il loro lavoro. Su Behance come su Instagram, Cristian e Matteo non si limitano a guardare la qualità dell’illustrazione, ma analizzano la personalità dell’illustratore, le cose in cui crede, il numero dei suoi follower analizzando se siano veri o se siano soltanto dei bot: “Un artista, e un illustratore lo è, ormai può diventare anche un influencer, che coinvolge la sua comunità di followers nel progetto di comunicazione, amplificandolo”.
Anche l’illustrazione, insomma, viaggia ormai fra la concretezza del foglio di carta e il mondo delle interconnessioni digital, e ormai sapete che questo doppio binario è il cuore degli interessi del nostro blog. Per questo ringraziamo Paw Chew Go di averci fatto incontrare KreativeHouse.