Con “La Bibbia riveduta e scorretta”, in tour in tutta Italia, gli Oblivion raccontano in modo divertito e scanzonato la stampa del primo libro a caratteri mobili della storia, fra il Quartetto Cetra e Jesus Christ Superstar.
Che gli Oblivion fossero un gruppo capace di unire qualità musicale e divertimento lo si era capito fin dai temi della loro partecipazione a XFactor, ma con il loro nuovo spettacolo sono passati alla storia… della stampa. “La Bibbia riveduta e scorretta”, questo è il titolo dello spettacolo, è infatti un vero e proprio musical che ha per protagonista Johannes Gutenberg e la sua invenzione: una macchina per la stampa a caratteri mobili, con tanto di torchio, troneggia al centro della scena per tutto lo spettacolo, presentata come simbolo del passaggio dal medioevo all’età moderna.
Vestito con un soprabito dalla fodera stampata a caratteri gotici, con un cappello a forma di libro che ricorda le stampe dell’incisore seicentesco Nicolas de Larmessin raccolte nel libro di culto “L’Arcimboldo dei Mestieri”, Gutenberg è ritratto come un vero e proprio editore che per rifarsi degli investimenti sostenuti è alla ricerca di un autore di Best Sellers. Si fa avanti niente meno che Dio, con i canonici barba e capelli bianchi come il soprabito foderato di cielo, che in una divertentissima canzone riassume tutta la Bibbia in meno di quattro minuti.
Nonostante alcune perplessità, e le insistenze di un finanziatore occulto che svelerà la sua vera identità alla fine dello spettacolo, l’autore viene subito reclutato per la stampa della famosa Bibbia di Gutenberg. Siamo ovviamente nel 1455, e per attualizzare il testo l’autore è costretto a riscrivere alcuni brani ritenuti un po’ troppo da vecchio testamento: Caino e Abele si sfidano fra ricette vegane e ricette carnivore durante Paternoster Chef, Noè costruisce l’arca portandola a casa nel pacco piatto di un noto rivenditore svedese di mobili e via di seguito e nel secondo tempo il lavoro viene completamente riscritto da un giovane di belle speranze, JC (pronunciato ovviamente “geisì”, all’americana come in Jesus Christ Superstar).
E siamo solo all’inizio del secondo tempo, che continua in una carrellata divertente, ma mai blasfema, fra episodi sacri e testi storici come il Faust di Goethe, accompagnata da brani originali interpretati con uno stile che ai meno giovani ricorderà quello delle parodie di romanzi famosi realizzate per la RAI in bianco e nero dall’indimenticabile Quartetto Cetra. Con il loro talento e la loro capacità di coinvolgere il pubblico in due ore di divertimento, gli Oblivion riescono a dimostrare che anche la storia, quella sacra e la storia della stampa, possono diventare un argomento capace di interessare il pubblico, che a questa tournée sta regalando una serie di tutto esaurito.
Un successo che in qualche modo potremmo paragonare, fatte le debite proporzioni, a quello di “Newsies”, il musical di Broadway prodotto da Disney e dedicato al mondo degli strilloni dei giornali newyorkesi. Chissà, forse sono tutti segnali che la stampa, quella tradizionale su carta, continua a divertire e ad emozionare perché in grado di raccontare la vita degli uomini e le storie che hanno scritto in modo da suscitare emozioni sempre nuove. Complimenti a questo gruppo che ha saputo farlo davvero bene.