In fondo tutti i libri sono libri unici, perché unico è da sempre il rapporto che li lega ai loro lettori, ma alcuni lo sono di più.
Lo sono indubbiamente quelli che state iniziando a stampare con la proposta STAMPA UNA COPIA, per mettere alla prova la nostra qualità di stampa, controllare in modo più comodo che tutto vada bene (dalla grafica ai testi, dalle foto ai sommari), mostrare ai clienti un fac-simile del prodotto finito.
Ma i libri unici sono anche un’altra cosa: sono per esempio, l’idea alla base dell’attività di una casa editrice che da sempre si distingue per qualità. Prima ancora che avesse un nome il progetto della Biblioteca Adelphi, lo ha svelato lo stesso Roberto Calasso nel suo “L’impronta dell’editore”, ruotava proprio intorno al concetto di “libri unici”.
Unici come “L’altra parte” di Kubin, fra i primi titoli pubblicati da Adelphi, dove uno dei più grandi disegnatori fantastici del nostro tempo si rivolge alla scrittura per cercare di sconfiggere le visioni che lo tormentano dopo la morte del parte. O come l’attualissimo “Cella d’Isolamento” di Christopher Barney, che descrive l’esperienza dell’isolamento in carcere nella seconda guerra mondiale in un volume che è rimasto l’unico della sua vita. Perché, come continua Calasso, i libri unici sono quelli in cui si intuisce che all’autore è successo qualcosa.
Uscendo dal catalogo Adelphi ma restando nello stesso concetto e nella stessa epoca storica di Christopher Barney, un caso di libro unico è “La Messa dell’Uomo Disarmato”di Luisito Bianchi che racconta la Resistenza con uno sguardo inedito e del tutto personale, prendendo in prestito il titolo dalla “messa dell’Uomo Armato” del compositore rinascimentale Josquin des Prez e che ha avuto la sua prima edizione con una stampa privata.
Anche un altro “libro unico” inizia raccontando della seconda guerra mondiale, ma prosegue raccontando l?Italia fino al 1974, anno del referendum sul divorzio. Si tratta de “Il Cavallo Rosso” di Eugenio Corti, uscito in sordina nel 1983 e giunto col passaparola fino alla 31esima edizione di questi giorni: per scoprire di più su questra figura davvero singolare nel panorama letterario italiano potete seguire questo link.
Gli ultimi due interessanti libri unici di cui vogliamo parlarvi sono invece scritti da donne. In “Giù la Piazza non c’è Nessuno” Dolores prato racconta la sua infanzia nelle Marche di fine ottocento, accumulando sulla pagina ricordi che anno dopo aveva lasciato sedimentare nella memoria, senza mai considerare questo lavoro completamente concluso perché, come ricorda la scrittrice che era anche giornalista di Paese Sera «Io abito ancora a Treja pur non avendola più vista da quell’età piccola che non invecchia.».
Ancora di memoria parla “Gnanca una busìa” (Neanche una bugia), un libro che unico lo è stato anche per il supporto su cui è stato scritto. Clelia Marchi, una contadina di Poggio Rusco, nel 1972 alla morte del marito iniziò a scrivere il racconto della sua vita su un lenzuolo del corredo matrimoniale che consegnò poi al sindaco del suo paesino. Il lenzuolo è conservato presso il Piccolo Museo del Diario di Pieve Santo Stefano (AR) e nel 1992 è stato pubblicato dalla Fondazione Mondadori con una prefazione di Saverio Tutino.
Chissà, magari fra i libri che state ordinando con la nostra iniziativa STAMPA UNA COPIA ci saranno altri “libri unici” come quelli di cui vi abbiamo raccontato.