locandine da paura

Locandine da paura: i manifesti da brivido dei più grandi capolavori del cinema horror.

Un viaggio tra le locandine da paura che da anni affascinano e spaventano gli appassionati di film dell’orrore

Mostri sacri della letteratura che atterrano sul grande schermo, orrori striscianti che inquietano l’animo umano, tensione psicologica che afferra lo spettatore in un misto di orrore e stupore. Quando al cinema esce un film, la prima cosa che vediamo è la locandina. Ripercorriamone insieme la storia di alcune tra le più…spaventose!

LOCANDINE DA PAURA: DALLA CARTA STAMPATA AL GRANDE SCHERMO
Anche se il cinema dell’orrore affonda le sue radici nei primi anni del 900, soltanto dagli anni ’30 in poi le produzioni si fanno più massicce, prendendo spunto dalle grandi opere letterarie dedicate alle creature dell’orrore. E ciò si riflette nelle locandine presentate a promozione di tale film: il “Dracula” del 1931 sembra dare vita alla visione di Bram Stoker, l’autore del romanzo da cui è stato tratto, quasi fosse un’estensione per immagini del romanzo stesso. Il “Frankenstein” dello stesso anno potrebbe fare da copertina all’opera di Mary Shelley. Uno stile insieme descrittivo e minimalista, che dona a chi guarda la locandina le informazioni necessarie senza però rovinarne la storia. Un linguaggio visivo condiviso dagli autori di altri manifesti, come quelli del film “La Mummia” del 1932, in cui la mummia e la donna protagonista sono in primo piano, accompagnati da una sola criptica frase. Osa di più invece la locandina del primo, grande capolavoro nel genere di George Romero “La notte dei morti viventi” del 1968 che, presenta immagini in bianco e nero dei personaggi protagonisti, i cui volti sono deformati dall’orrore che presto, si presume, il povero spettatore condividerà…Dracula, Frankenstein, La Mummia e la terrificante mano zombie sono mostri ormai entrati nell’immaginario di tutti. Per questo ci sono stati d’ispirazione per la nostra promozione dedicata ad Halloween. Ve ne eravate accorti?

LOCANDINE DA PAURA: QUANDO L’ORRORE C’E…MA NON SI VEDE
Dagli anni ’60, prende piede un genere di film dell’orrore diverso da quello dei mostri, dedicato più alle pulsioni e alle psicosi umane (anche se il precursore del sottogenere è “Il Gabinetto del Dottor Caligari” del 1920) di cui si fa portavoce, tra gli altri, Alfred Hitchcock. Basta vedere il manifesto dedicato ad una delle sue pellicole più famose, “Psyco” del 1960, per condividere la pressione attanagliante e opprimente che la protagonista mostra per tutta la durata del film. A seguire, ci sono film come “Profondo Rosso” del nostrano Dario Argento, la cui locandina mostra la predominanza del colore rosso, quasi a far presagire a chi la osserva la presenza di un fiume di sangue pronto a travolgerli. E “Shining”, di Stanley Kubrick, nella cui locandina originale sono presenti due grandi occhi spalancati che sembrano quasi volere trascinare chi li guarda nella stessa follia che colpisce uno dei protagonisti. In tempi più recenti, vi è il “Sesto Senso” di Shyamalan, sulla cui locandina domina il faccione di Bruce Willis e un numero sei infuocato che circonda la figura di un bambino, alimentando gli stessi dubbi e le stesse perplessità che lo spettatore sperimenta durante la visione della pellicola.

LOCANDINE DA PAURA: OCCULTO E OSCURE PRESENZE PRENDONO FORMA
Altro filone del cinema dell’orrore, e forse quello che di più ha mantenuto la sua forza fino ai giorni nostri, è quello dedicato all’occulto e al paranormale, che sembra combinare la presenza di mostri al terrore psicologico. Di questo sottogenere è protagonista indiscusso L’esorcista del 1973, in cui vediamo una semplice croce cristiana illuminato da un tenue raggio di luce, dicendoci tutto quello che dobbiamo sapere sul tema del film. Altra pellicola iconica è “Poltergeist-Presenze demoniache” del 1982 in cui il tenue tono blu etereo del suo manifesto evoca l’aria soprannaturale che permea il film. Più di recente abbiamo “Paranormal Activity”, il cui formato mockumentary (portato alla ribalta dal popolare “The Blair Witch Project”) si riflette sulla sua locandina, e “The Conjuring”, dal cui manifesto traspare l’aria innaturale che fa da sfondo agli eventi del film.

LOCANDINE DA PAURA: SANGUE A PROFUSIONE, DAI TITOLI DI TESTA A QUELLI DI CODA
In tempi moderni il genere Horror più diffuso è quello dedicato ai serial killer sanguinari. Il cosiddetto “Slasher”, che ha portato alla ribalta numerose figure popolari diventate icone del genere dell’orrore, come l’assassino demoniaco Freddy Kruger del franchise di “Nightmare”, il quale nella locandina del suo primo film ci guarda come se volesse penetrare anche i nostri sogni. Per non parlare di Jason Voorhees, di “Venerdì 13” e dei suoi tanti seguiti, il cui pugnale insanguinato riflette una delle sue vittime, al cui posto potrebbe esserci chiunque di noi. E ancora, Michael Meyers di “Halloween”, il primo ad inaugurare il filone, il cui coltellaccio si avvicina ad una zucca di halloween a cui si potrebbe sostituire la testa di una delle sue vittime.
In tempi più recenti vediamo la comparsa di un ulteriore sotto filone, denominato Torture Movie, in cui il pazzo psicopatico di turno non si limita ad uccidere le sue vittime, ma le tortura. Il caposaldo di questo genere? Certamente “Saw”, la cui locandina ci mostra un arto mutilato (il quale cambia a seconda della nazione in cui viene pubblicizzato) che rende ben chiaro di cosa si tratterrà nel film.

Photo cover: Shutterstock/paeseven

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