Nel nostro viaggio fra i cuoricini e le cartoline d’amore non poteva mancare una tappa dedicata a ai due innamorati nudi di Love Is, un vero e proprio brand che negli anni settanta era riuscita a scalzare dall’immaginario degli innamorati i disegni di Peynet.
Nato esattamente 50 anni fa, nel 1970, praticamente in contemporanea con l’enorme successo del film “Love Story”, il fumetto catturava lo stesso spirito a un tempo romantico e teneramente trasgressivo che il film restituiva con le immagini, e ha in comune con la pellicola non soltanto la somiglianza del copy (il film aveva come tagline “Amare significa non dover mai dire mi dispiace”) e un finale drammatico, di cui parleremo alla fine dell’articolo per non rovinare la festa.
Una festa iniziata per caso quando la giovane Marilyn “Kim” Casali lavorava come centralinista in una tipografia e, nei momenti di pausa fra una telefonata e la visita di un cliente, disegnava sul suo block notes i personaggini che aveva creato per raccontare il suo amore con Robert: il primo è stato una piccola KIM, e Minikim diventerà poi il nome della compagnia che ancora oggi si occupa del licensing di tutti i prodotti e che è gestita dal figlio della coppia.
Una coppia che nel 1970 corona il suo sogno d’amore, proprio mentre i due omini iniziano a riscuotere successo in tutto il mondo: pubblicati per la prima volta il 5 gennaio sul Los Angeles Times, presto i disegni di Kim arrivano a essere distribuiti in 50 Paesi e tradotti in 25 lingue e a decorare magliette, diari, piatti di porcellana, scatole di biscotti…
Dicevamo, però, delle analogie con love Story: Kim smette di disegnare nel 1974, per assistere il marito in una terribile malattia che lo porterà a spegnersi nel 1976 a soli 31 anni. Da allora i disegni di Love Is sono stati portati avanti da Bill Asprey, sempre con la firma di Kim, almeno fino alla sua scomparsa nel 1997.
Tralasceremo di entrare nel dettaglio della vicenda che trascinò Kim sulle prime pagine di tutti i giornali quando, dopo sedici mesi dalla morte del marito, diede alla luce un figlio di Robert, nato dall’inseminazione artificiale: la questione fu oggetto già troppo a lungo di attenzioni scandalistiche e di battaglie morali e legali, a noi interessa solo l’aspetto grafico e di comunicazione.
Sì, perché il tratto semplice e distintivo dei personaggi, la semplicità del meccanismo che genera i contenuti “Love Is…” cui si aggiunge di volta una definizione, ne fanno un esempio di reiterazione seriale di contenuti e, in qualche modo, un’anticipazione dei meme che caratterizzano la comunicazione dei social media. Ed è proprio dai social media che i personaggini inventati da Kim per celebrare il suo amore con Robert potrebbero avere la loro riscossa: se siete degli inguaribili romantici, e a San Valentino lo diventiamo un po’ tutti, seguite le loro avventure sui profili Facebook e Instagram e partecipate alla celebrazione di questi 50 anni d’amore.