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Personal Branding: 5 consigli per il vostro biglietto da visita social.

Il mondo di oggi è tutto influenza dall’immagine. Tutti devono avere un’immagine curata e tutti possono definirsi un brand. Tant’è che ormai lo sentiamo nominare in ogni circostanza, sui social, sui blog e anche in televisione, ma effettivamente cos’è questo personal branding? E soprattutto a cosa serve?

Andiamo per gradi e iniziamo dalla prima domanda.

Cos’è il Personal Branding?

Con queste due semplici parole si vogliono racchiudere tutte quelle attività che consentono di controllare, costruire e migliorare la propria reputazione in quella piazza virtuale che è ormai .diventata la rete.

Come diceva David Byrne, il leader dei Talking Heads, in una sua vecchia canzone

“I am just an advertisment for a version of myself – sono solo la pubblicità di una versione di me stesso”.

Diventa importante, quindi, tenere a mente alcune regole fondamentali per fare in modo che questo “biglietto da visita” che lasciamo in giro sul web sia realizzato con la stessa cura che mettiamo nella preparazione e nella stampa dei stampa dei biglietti da visita cartacei.

L’importanza di esserci

Pensateci bene: che cosa fate non appena vi danno un appuntamento con qualcuno?

Lo “googolate”, cioè cercate su google che cosa compare sotto il suo nome.

Ecco, sappiate che come voi lo fanno, per esempio, tutti i recruiter che stanno selezionando personale e che magari hanno ricevuto il vostro curriculum, e circa il 35% dei candidati viene scartato proprio in seguito a questa prima scrematura ( da una ricerca executnet).

Oltre ai recruiter, anche i clienti usano lo stesso sistema quando devono cercare un professionista.

Vale la pena, dunque, organizzare il proprio personal branding in modo da essere raggiunti per poi mettersi in risalto grazie alle proprie qualità.

Lasciare un’impronta indelebile sul web è diventata fondamentale.

È quella la vetrina moderna su cui puntare per conquistare un vostro possibile cliente.

Pensateci.

Vi capita mai di organizzare una cena con gli amici e qualcuno suggerisce un posto dove andare a mangiare?

Qual è la prima cosa che fate?

Andate sui social per vedere le foto loro e dei clienti che sono stati in quel locale.

Magari volete scavare ancora più a fondo e andate a leggervi qualche recensione sui vari Tripadvisor, Yelp ecc.

Tutte queste fonti di informazioni sommate costituiscono la reputazione del brand.

Keyword, Blog e Social

Una delle qualità che premiano una presenza in rete è la capacità di fornire ai propri utenti potenziali informazioni utili, fresche e di qualità.

Sono proprio queste le caratteristiche premiate dai famosissimi “algoritmi di Google”, le misteriose entità che guidano la scalata nella classifica del motore di ricerca fino alla mitica prima pagina.

E sono sempre loro che hanno ridato vigore commerciale ai blog, dove le capacità individuali vengono messe periodicamente in evidenza legandosi ad argomenti (le indispensabili keyword: Google mette a disposizione di chiunque strumenti appositi per individuarle come Google Ads e Google Trends) che voi e il vostro pubblico ritenete importanti.

Non dimenticate poi di diffondere il contenuto del vostro blog sulle piattaforme social più frequentate, trovando il modo che anche queste aiutino a veicolare traffico sul vostro blog e, di rimando, a far crescere la vostra popolarità.

Non utilizzate Instagram e le altre app soltanto per pubblicare i vostri articoli, ma piuttosto utilizzateli per creare una connessione con la vostra community e vedrete che poi i clic sul sito nelle storie aumenteranno vertiginosamente.

Il segreto sta nel risolvere i dubbi degli utenti.

Se riuscite a conquistare la loro fiducia, allora sarete veramente a metà dell’opera.

Metterci la faccia con il Personal Branding

Da The Blonde Salad a Chiara Ferragni, da Giallo Zafferano a Sonia Peronaci… sono sempre più numerose le case history di successo in cui blogger che hanno avuto un’ idea di successo su come trattare argomenti interessanti per il pubblico siano diventati personaggi di riferimento.

Sonia Peronaci, per esempio, dopo aver venduto la sua creazione sta sviluppando una piattaforma tutta sua, una redazione personale e una grandissima cucina dove valorizzare le relazioni di tipo personale che ha stabilito con i clienti.

Perché in fondo tutti, quando ci relazioniamo con qualcuno attraverso i social o le e-mail, preferiamo avere a che fare con persone in carne e ossa più che con marchi.

Per questo nel personal branding la parte che ha più peso è sempre il “personal”.

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