Ancora una volta parliamo di rivincita della carta, questa volta legandoci a un metodo di rappresentazione dei processi di pensiero che sta diventando sempre più diffuso, quello delle mappe mentali.
Durante lo scorso weekend, persone provenienti da ogni parte del mondo si sono ritrovate a Londra per il campionato inglese di Mind Mapping, dedicato a Tony Buzan. Scomparso nell’aprile di quest’anno, Buzan è ritenuto il fondatore di questo metodo di sistematizzazione della conoscenza che consente di memorizzare, pianificare, prendere appunti, prendere decisioni, organizzare, semplificare, studiare, riassumere… Insomma, mettere ordine nei propri pensieri.
A riassumere in breve quali risultati sia possibile ottenere attraverso l’uso delle mappe mentali ci ha pensato il 2 giugno Giulia Comba “The mind mapping lady”. La maggior esperta italiana di mappe mentali ha infatti realizzato su un grande prato a Trezzano sul Naviglio (MI) una “mappa mentale umana” che prometteva più creatività, più chiarezza, più comunicazione, più memoria, più collaborazione e meno stress. Sono questi infatti gli obiettivi di un metodo che, utilissimo per aiutare a studiare i bambini con disturbi di apprendimento legati alla dislessia, consente di essere applicato anche alla vita quotidiana di lavoro.
Lo strumento principe per metterlo in pratica è la carta, la buona vecchia carte di cui nei nostri post continuiamo a tessere le lodi. Anche se esistono software specifici per la realizzazione della mappe mentali, fra questi segnaliamo Canva che offre molti template già pronti, numerosi studi hanno dimostrato che niente è efficace per la memorizzazione come la scrittura manuale, che coinvolge in modo diretto la struttura neuronale del cervello.
Ed è proprio il cervello a essere implicato in modo coinvolgente dal Mind Mapping: secondo quanto studiato da Tony Buzan, l’apprendimento ideale per il cervello non è astratto e lineare, ma concreto e radiale: partendo da un centro, cioè, la conoscenza si dipana saltando da un’idea all’altra, da associazione ad associazione. Quindi armatevi di carta, di un un buon numero di matite, di colori e iniziate a seguire le tre, semplici regole per la costruzione di una mappa mentale per principianti.
Regola numero 1: partire sempre dal centro. Questo vi aiuterà a fissare bene in mente l’argomento principale. Fate quindi in modo che sia attrattivo, grande ricco di colori e con stimoli visuali interessanti che aiutino il vostro cervello a rammentare immediatamente l’argomento che state trattando.
Regola numero 2: aggiungere i concetti legati all’argomento centrale. Per esempio, se state pensando di cambiare un automobile potreste mettere al centro un disegno schematico di un auto e collegarvi con dei tratti di matita i vari argomenti che potrebbero portarvi a una scelta: il prezzo, il colore, l’uso prevalente che ne vorrete fare, i vostri brand preferiti. Da ognuno di questi nodi si dirameranno altri concetti. Così, sempre restando sull’esempio dell’automobile, al concetto “uso” potreste collegare le parole chiave “lavoro, scuola, trasporto merci”.
Regola numero 3: vivacizzate la mappa. Usare colori diversi, caratteri di varie dimensioni, sottolineature, immagini aiuta a mettere in evidenza le cose che per voi sono davvero più importanti. Passando a un altro esempio, se state studiando storia per l’esame di maturità, una mappa mentale con immagini dei protagonisti della seconda guerra mondiale, locandine di film che trattano l’argomento, immagini dei luoghi dove è stata combattuta vi aiuteranno il vostro cervello a richiamare alla memori i concetti che a quelle immagini avete collegato.
Se poi volete approfondire il tema, vi consigliamo di recuperare i testi originali di Tony Buzan, li trovate tranquillamente su Amazon, o partecipare a uno dei corsi che ne diffondono la conoscenza, come quelli tenuti dalla già citata “Mind Mapping Lady” Giulia Comba.