I social media cinesi sono un mondo a se, ancora più di quelli russi di cui abbiamo parlato in un precedente post. Scopriamoli insieme…
L’enormità di un mercato interno composto ormai da 600 milioni di utenti, le specificità della lingua, il forte nazionalismo e la censura sono fattori che impediscono ai social media occidentali di penetrare all’interno della grande muraglia virtuale.
Per questo sono nate, e continuano a nascere, migliaia di app specifiche per il mercato cinese, entrate in modo così pervasivo nella vita quotidiana da rendere reali le utopie negative descritte nella serie televisiva “Black Mirror”. Lo scoprirete leggendo il paragrafo di questo post dedicato a WeChat.
SOCIAL MEDIA CINESI: LA TOP TEN DI DRAGONSOCIAL
Il sito specializzato dragonsocial.com ha redatto recentemente una classifica dei social media e delle piattaforme più utilizzate: tenete presente che solo nella prima metà del 2017 i cinesi hanno passato sulle varie piattaforme social qualcosa come 40 miliardi di ore. Ma che cosa ci fanno, su queste piattaforme? Chiacchierano scegliendo gli argomenti fra le keyword del forum di discussione Baidu Tieba, creato dal motore di ricerca Baidu ovviamente, si danno appuntamenti con Momo, il Tinder dagli occhi a mandorla, guardano e commentano foto con Meipai, l’iInstagram cinese. I tre canali più utilizzati però sono quelli che descriviamo di seguito.
SOCIAL MEDIA CINESI: WE CHAT, UNO STRUMENTO DI CONTROLLO SOCIAL(E)
Con 900 milioni di utenti al giorno e una media di 70 minuti a persona trascorsi sulla app (per forza poi ci si mette un attimo ad arrivare alle cifre enormi descritte nel paragrafo precedente), WeChat è sicuramente la piattaforma più utilizzata dai cinesi. La sua formula “tutto in uno” consente infatti di non abbandonarla mai passando dai messaggi alle prenotazioni dei taxi, dall’aggiornamento di status al pagamento delle bollette. La sua diffusione è così pervasiva che il governo cinese prevede di utilizzarla come strumento di controllo: identificabili attraverso l’impronta digitale o il riconoscimento facciale, tutti i cittadini avranno in WeChat un metro per essere valutati e ricevere dei buoni premio. Un Social Credit System praticamente identico a quello raccontato nell’episodio “Nose Dive” della serie Netflix, Black Mirror.
SOCIAL MEDIA CINESI: IN CINESE TWITTER SI DICE WEIBO
Chiaro che con una realtà presente in modo così diffuso e pervasivo, altre realtà facciano più fatica ad affermarsi, ma in un mercato potenziale di miliardi di persone, anche una nicchia ha numeri da far invidia a chiunque. La piattaforma di microblogging Weibo, per esempio, conta 340 milioni di utenti mensili, che la usano per pubblicare e condividere, video, goto, GIF e seguire le persone senza che necessariamente loro sappiano di essere eseguite. Diffuso in modo capillare fra un pubblico di giovani impiegati di alto livello dalla cultura metropolitana, Weibo è particolarmente interessante per le aziende che vogliano parlare con questi potenziali big spender.
SOCIAL MEDIA CINESI: IL VALORE DI REN REN
RenRen è stato dal 2005 la piattaforma social più diffusa in Cina, utilizzata anche da colossi occidentali come CocaCola attratti anche dalla sua somiglianza grafica con Facebook. L’avvento dei due colossi citati in precedenza ha fatto crollare la popolarità di questa piattaforma e anche le sue quotazioni in borsa. Almeno fino a gennaio del 2018, quando i mercati di tutto il mondo si sono dimostrati interessati al suo progetto di rilancio chiamato RRCoin. Si tratterebbe di un sistema per la monetizzazione delle interazioni social attraverso un meccanismo di blockchain, simile a quello di BitCoin. Il lancio della versione beta era stato previsto nel secondo quadrimestre di quest’anno e tutto il mondo lo attende con curiosità.
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