spille promozionali

Spille promozionali: un gadget che ha fatto storia, musica, arte, politica…

Alzi la mano chi non ha mai ricevuto una spilla promozionale. Che sia un evento di marketing, una fiera, o un evento particolare. Ormai le spille promozionali sono uno fra i modi più immediati per dichiarare al mondo la propria appartenenza a un movimento politico, dichiarare la propria passione per una rock band o un brand commerciale.

Le spille promozionali sono da anni uno degli strumenti di marketing più efficaci e in grado di creare un senso di appartenenza da parte di chi le indossa.

Ora con 4Graph, oltre che ordinare le vostre spille promozionali, potete anche conoscere qualche curiosità in più su questo strumento di comunicazione.

La prima spilla promozionale fu antirazzista

La prima spilla realizzata con scopi promozionali fu realizzata per quella che adesso sarebbe chiamata un’azione di Corporate Social Responsability del grandissimo produttore di porcellana Josiah Wedgewood.

Nel 1787 il re delle tazze e dei piattini fece produrre una spilla a soggetto antirazzista, con un nero inginocchiato e la scritta “Am I Not A Man And a Brother” (non sono un uomo e un fratello) che contribuì alla campagna per l’abolizione della schiavitù.

Una battaglia politica pungente

Più o meno contemporaneamente alla spilla di Wedgewood, nel 1789 George Washington fece realizzare delle spille per la sua campagna elettorale, ma la prima con una fotografia fu quella per la campagna presidenziale di Abraham Lincoln nel 1860.

Ma fu nel 1940, grazie alla tecnica litografica ormai diffusissima anche per questo prodotto, che le spille “presidenziali” raggiunsero la loro massima diffusione: il candidato Wendel Wilkie fece stampare milioni di spille con i suoi slogan contro la rielezione di Roosevelt.

Perse, ma le sue spille passarono alla storia.

Pubblicità da collezione

Le prime spille promozionali realizzate con scopi commerciali furono diffuse intorno al 1896, e reclamizzavano gomme da masticare e tabacco.

Ma la prima, grande operazione legata alle spille venne realizzata da Kellog’s dopo la seconda guerra mondiale, invitando i consumatori a collezionare le spille dei più famosi fumetti dell’epoca.

Spille promozionali e musica

Verso la fine degli anni settanta, l’esplosione della musica punk trovò nelle spille promozionali un veicolo di diffusione privilegiato dei suoi messaggi, grazie anche all’ abitudine dei “kids” di applicare spille in tutti i vestiti e perfino nelle parti del corpo.

Nei nasi e nelle guance si trattava quasi sempre di spille da balia, sui giubbotti e sulle magliette si moltiplicavano le spille con i nomi delle band più in voga.

Un fenomeno che ha dato il via anche a forme di collezionismo, con i pezzi più rari che stanno via via raggiungendo valutazioni sempre più alte.

Per una rara spilla di un tour del 1981 degli Ultravox si possono spendere quasi 200$.

Un museo di spille

Se siete appassionati di spille promozionali, e vi capita di essere dalle parti di Chicago, non perdetevi il Busy Beaver Button Museum, l’unico al mondo dedicato agli amatissimi pins.

Oltre 10.000 pezzi esposti, catalogati per epoca e categoria, e ognuno con una storia da raccontare.

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