Un tuffo nella storia della tipografia: i (primi) 3 libri fondamentali

Iniziamo un viaggio in tre tappe nella storia della tipografia. Saranno tre infatti gli articoli in ognuno dei quali vi parleremo dei suoi testi fondamentali: in tutto 10 volumi che hanno contribuito alla definizione, allo sviluppo ed all’evoluzione del complesso mondo della tipografia. Un percorso molto interessante per chi vuol conoscere qualcosa in più sul passato e sul presente di questa tecnica.                                                                           Ecco quindi i primi 3 manuali:

1. An Essay on Typography. Si tratta del manifesto più influente sulla cultura tipografica ma, allo stesso tempo, un saggio che analizza l’arte e l’uomo nella società industriale. Il libro è stato scritto nel lontano 1931 da Eric Gill che, diversi anni dopo la pubblicazione, dichiarò che l’intento del libro era quello di “descrivere due mondi, quello industriale e quello artigianale, e definirne i limiti”. Scultore, incisore, illustratore e saggista, Gill è famoso anche per la creazione di 3 caratteri: Gill Sans, Perpetua e Joanna, quest’ultimo utilizzato proprio in “An Essay on Typography”. Difficilmente reperibile in commercio, si consiglia di affidarsi a qualche topo da biblioteca.

2. Typographie. Scritto nel 1967, Typographie: Manual of Design – questo il titolo per intero – impose delle regole innovative per una tipografia lontana da quella conosciuta fino ad allora. In 19 capitoli, l’autore Emil Ruder analizza i propri studi e sperimentazioni, fornendo al lettore una chiave di lettura nuova della tipografia: lo studio di Ruder è focalizzato su tutti gli aspetti del mondo tipografico, dalla texture al peso, dal colore alla leggibilità della spaziatura e dei titoli.

3. The Elements of Typographic Style. Ci sono voluti alcuni anni affinché si riconoscesse questo testo come la più ambiziosa guida sulla tipografia. D’altronde questo era l’intento del suo autore – il poeta e traduttore canadese Robert Bringhurst – il quale, come affermò nel 1992, anno in cui scrisse il testo, volle creare “la Bibbia dei tipografi”. Il libro è di fondamentale importanza per coloro che vogliono conoscere sia la teoria della materia che le sue applicazioni pratiche: più che un manuale, è quindi un’esperienza empirica affiancata da consigli e da riflessioni sul ruolo della tipografia nella “nuova comunicazione”.

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